il collaudo civico
uno strumento di partecipazione attiva
In questi ultimi anni, pur con accenti differenti, il movimento delle persone con disabilità (e non solo) è stato attraversato da diffuse iniziative di rivendicazione, da istanze concrete, particolari o di principio, da azioni di protesta rispetto a fenomeni discriminatori o segreganti. Un impegno civile connaturato nelle organizzazioni di riferimento.
Dall’altra parte le istituzioni, in particolare locali, si sono approcciate negli anni al movimento con altrettante modalità: dalla gestione della conflittualità, al recepimento, più che di bisogni, di istanze culturali; dalla cooptazione, sovente nominalistica, di parte delle organizzazioni (quelle più strutturate) in specifici ambiti istituzionali (Tavoli, Consulte pubbliche ecc.), al coinvolgimento – più di rado – in momenti programmatori di sistema e in consultazioni pubbliche, anche in forma di audit.
Proprio partendo da questa consapevolezza, nel corso del biennio 2021-2022 la Consulta delle Persone in Difficoltà ha condotto, con il contributo della Regione Piemonte, il progetto Welfare territoriale: il lavoro delle associazioni, che ha permesso, tra gli altri, di raggiungere un importante risultato: la scrittura partecipata delle istanze del territorio formulando, a margine delle criticità da affrontare, richieste operative su cui avviare confronti, approfondimenti, produzioni normative, modulazione di servizi e sostegni.
In questo quadro, tuttavia, si rileva l’esigenza – e l’opportunità – per tutti gli attori in campo di qualificare sempre più la partecipazione, intesa non solo come premessa profondamente democratica, ma anche come efficace strumento di supporto alla programmazione, all’appropriatezza delle politiche e dei sostegni, all’aderenza dei servizi e dei prodotti alle peculiarità, assai variabili, degli utenti e dei cittadini.
I principi
favorire la partecipazione costruttiva e consapevole degli utenti (siano essi intesi come consumatori, cittadini, pazienti, viaggiatori…) su ciò che li riguarda direttamente;
favorire la consapevolezza che solo considerando tutte le differenti condizioni personali ed elaborando una sintesi congruente sia possibile innescare cambiamenti e innovazioni inclusive;
restituire oggettività (oseremmo dire scientificità) all’osservazione di servizi, politiche prodotti, sistemi, adottando e dando evidenza di un metodo trasparente e condiviso.
Le caratteristiche
1
La prima caratteristica del collaudo civico risiede nell’individuazione di un servizio o un prodotto e di sottoporlo, in modo razionale e il più oggettivo possibile, all’analisi della sua funzionalità assumendo come focus, come angolo prospettico, quello degli utenti con le loro peculiarità e le loro necessità.
Nell’ambito dei possibili collaudi (tecnici, ergonomici, di sicurezza, anti-infortunistici, di impatto ambientale, economico ecc.), esso può rappresentare quindi un elemento in più per la qualificazione e il miglioramento (efficacia, efficienza, ampiezza d’uso) del prodotto o del servizio.
2
La seconda essenziale caratteristica è quella del coinvolgimento nell’attività di collaudo civico (inclusa l’individuazione degli oggetti) di differenti fenotipi – per quanto possibile – di potenziali utenti, poiché ciascuno può essere latore di uno specifico angolo prospettico, di particolari esigenze, di profili di funzionamento che, ricomposti, possono contribuire ad individuare valenze positive o criticità a tutta prima sottovalutate.
Ad esempio, nell’ambito della disabilità, il collaudo civico non può prescindere dal coinvolgimento di persone testimoni di differenti peculiarità fisiche, intellettive, sensoriali, di età, di genere, di provenienza, pena la carenza di completezza del collaudo civico stesso.
3
La terza centralissima caratteristica è il maggior rigore plausibile nel metodo di rilevazione e di descrizione dei servizi o prodotti sottoposti a collaudo civico. Ciò significa assumere indicatori, schemi di rilevazione preordinati, da usare in modo trasparente e verificabile, oltre che riproducibile in differenti contesti per il medesimo oggetto. Questo consente di avviare successive azioni, non meramente basate su indifferenziate critiche o percezioni, ma su effettivi dati di fatto, peraltro organici e omogenei.
Gli oggetti (prodotti o servizi) possono essere i più diversi per natura o complessità o ambito d’uso. Ad esempio, il collaudo civico può essere applicato ad un distributore di alimenti, come ad un servizio di bigliettazione, come ad uno specifico mezzo di trasporto, come ad un servizio di accoglienza ospedaliera o turistica. Può essere applicato in ambito di servizi pubblici o privati, commerciali e non. Ancora: può essere episodico o parte di una programmazione comune che investe più settori o coinvolge più attori.
Le fasi
Gli esperti coinvolti curano e presentano: la definizione e la redazione della metodologia, dei criteri e della griglia di rilevazione di dettaglio del collaudo civico
Il coinvolgimento di potenziali interessanti avendo cura di incentivare la presenza di persone con esperienza diretta relativamente a differenti limitazioni funzionali, ciò per le ragioni di cui si è detto sopra; il gruppo è lo staff del collaudo civico, integrato da esperti e coordinatori.
La formazione preliminare sia sugli effetti attesi che sulla metodologia prescelta, con una cura particolare ad illustrare i criteri e le modalità, nella sostanza le regole, del collaudo civico e la modellizzazione del processo.
L'individuazione partecipata di alcuni prodotti e servizi su cui condurre la sperimentazione, avendo cura sia di evitare quelli di maggiore complessità, ma anche di selezionare quelli di più comune uso da parte di tutti.
L'esecuzione di prove pratiche di collaudo sui prodotti e servizi individuati, prevedendo successivi momenti di approfondimento e verifica, anche individuale, su specifici aspetti.
La redazione progressiva del report per ciascun prodotto e servizio, limando progressivamente gli eccessi di tecnicismo (necessari nella prima fase) e favorendo la comprensibilità e la standardizzazione dell'editing.
Il metodo
Per raggiungere la massima obiettività possibile e per evitare lacune nell’analisi di prodotti e servizi si è scelto di applicare le codificazioni della Classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute (in inglese International Classification of Functioning, Disability and Health; in sigla ICF).
L’ICF è un sistema di classificazione della disabilità sviluppato dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).
Dell’ICF sono state usate le codificazioni relative a: